Sicuramente già sai che il lavoro da casa è una realtà sempre più diffusa, ma ciò che non sai è che l’homeworking è destinato a modificare il volto del mercato immobiliare.

Ecco come.

In un’epoca in cui ormai non possiamo più fare a meno di un collegamento Internet per svolgere le nostre attività, la rete ci mette spesso in condizione di lavorare senza dover necessariamente andare in ufficio.

La velocità delle connessioni, unita alla sempre maggiore possibilità per molti di lavorare utilizzando solo un computer, ha fatto in modo che l’homeworking, ossia il lavoro da casa, sia diventata una realtà sempre più diffusa.

Una soluzione che per le aziende comporta risparmi notevoli sui servizi da offrire ai lavoratori e che permette ai dipendenti di gestire la loro attività evitando di spostarsi dalla loro abitazione.

Nel corso degli ultimi anni è cresciuto il numero di persone che lavorano da casa in parte o per tutta la settimana.

Si tratta di una tendenza accentuata soprattutto negli Stati Uniti, ma che si fa sentire anche in Italia e che inizia a produrre i suoi effetti sul mercato immobiliare tricolore.

In che modo il lavoro da casa influenza il mercato immobiliare?

Perché l’homeworking ha delle ripercussioni sul mercato immobiliare? Perché oggi la casa non è più solo il luogo intimo e familiare in cui rilassarsi dopo una giornata in ufficio, ma spesso deve poter garantire anche uno spazio e una privacy adeguati per i momenti di lavoro e di studio.

Il primo grande cambiamento riguarda proprio le caratteristiche che gli acquirenti cercano nella loro nuova abitazione.

Infatti si dà più importanza allo spazio da dedicare al proprio ufficio.

Non è indispensabile che la stanza sia molto grande, ma deve garantire:

  • silenzio e privacy, per ridurre il più possibile le distrazioni e lavorare in completa tranquillità; l’ideale è che lo studio sia isolato dal resto della casa (lontano dalle stanze più “rumorose” come la cucina ad esempio), in modo che si possano fare telefonate di lavoro senza venire interrotti e che sia semplice concentrarsi;
  • luce adeguata: per quanto la luce artificiale sia essenziale per illuminare al meglio l’ambiente ad ogni ora e lavorare magari anche nelle ore di buio, un’adeguata distribuzione della luce naturale è indispensabile per un luogo di lavoro confortevole e salutare;
  • spazi adatti in cui sistemare un’ampia scrivania, comode sedie, un armadio o una libreria in cui riporre documenti, libri e fascicoli vari: uno spazio ordinato e funzionale è sempre produttivo.

Un altro cambiamento è relativo al fatto che le persone, trascorrendo sempre più ore in casa per lavorare, tendono a passarci meno il loro tempo libero. Preferiscono uscire e danno meno importanza agli spazi di casa dedicati all’intrattenimento: pur avendo dei m² disponibili, ormai allestire una sala solo per guardare la TV risulta superfluo.

Un’ulteriore conseguenza del lavoro in remoto (che già si è verificata negli Stati Uniti ma che presto avvertiremo anche in Italia) è la diminuzione dei trasferimenti per motivi lavorativi: è chiaro che se svolgi la tua attività da casa non devi necessariamente trasferirti se cambi lavoro.

Inoltre anche chi lavora da casa almeno qualche giorno a settimana, non dovendosi spostare quotidianamente, ha l’opportunità di vivere lontano dal centro della città, dove potrebbe trovarsi l’ufficio di riferimento, preferendo invece le periferie e le zone suburbane, dove gli immobili hanno prezzi inferiori e anche gli affitti sono più convenienti.

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