Nonostante il notevole aumento del numero di compravendite, la mancata risalita dei prezzi continua a essere il sintomo di un mercato a rilento a livello nazionale.
Perché non c’è ancora stata la ripresa definitiva?
I dati Istat relativi al mercato immobiliare italiano hanno segnalato un lieve aumento dei prezzi del mattone negli ultimi mesi.
Però, a ben vedere, il fenomeno della ripresa dei valori immobiliari resta circoscritto ai maggiori centri, come Milano, Firenze, Napoli e Verona, ed è legato più alle nuove costruzioni che all’usato.
A livello generale possiamo dire che in tutta la nostra penisola non si è ancora assistito a una vera e propria ripresa del costo del mattone, e questo fa dell’Italia l’unico Paese dell’Unione Europea in cui i prezzi immobiliari non hanno rialzato la testa dopo la crisi che ha investito l’economia negli anni passati.
Eppure l’interesse da parte degli acquirenti c’è.
Specialmente il comparto residenziale attira molti che desiderano acquistare la loro abitazione principale e un buon numero di investitori.
Anche i dati dell’Istituto nazionale di statistica sottolineano che in Italia è tornata la voglia di comprare casa: nel terzo trimestre 2019 le compravendite sono aumentate quasi del 5% rispetto all’anno precedente.
Allora perché i prezzi non tornano a salire?
Innanzitutto bisogna partire da un’osservazione “storica” del fenomeno e considerare il fatto che nel nostro Paese negli anni della crisi il crollo delle quotazioni delle case non è stato rapido come all’estero.
Infatti, a differenza degli altri venditori europei, gli italiani che in quegli anni dovevano vendere un immobile di proprietà non si sono subito rassegnati ad abbassare il prezzo.
Spesso hanno preferito aspettare un bel po’ prima di calare le proprie “pretese”.
Quindi i prezzi, che allora si sono dimostrati lenti nella discesa, allo stesso modo oggi si stanno dimostrando lenti nella loro ripresa.
Al di là di questo, la causa principale è comunque da ricondurre all’andamento dell’economia generale e alla fiducia dei consumatori.
Ovviamente, più forte è l’economia generale e maggiore è la fiducia dei consumatori e la loro propensione all’acquisto.
Secondo la recente rilevazione di MutuiOnline.it, nel giro di 15 anni la quota di mutui erogati a chi ha fino a 35 anni si è dimezzata, passando dal 44,8% del 2006 all’attuale 22,6%, e anche le richieste sono passate dal 49,2% al 27,2%.
In pratica, solo un mutuo su 5 va nelle tasche degli under 35.
Cosa significa? Che i più giovani, spesso precari e lavoratori autonomi, sentono di avere poca stabilità per poter fare in modo sereno un passo impegnativo come quello dell’acquisto di una casa e di poter offrire garanzie insufficienti per l’erogazione di un mutuo, e così accantonano il loro sogno.
Perciò molto dipende dalla stabilità del mondo del lavoro: adottare nel nostro Paese delle misure che garantiscano maggiori certezze dal punto di vista occupazionale ed economico sarebbe sicuramente d’aiuto per alimentare una generale fiducia nelle proprie capacità finanziarie e, di conseguenza, per vivacizzare ulteriormente la domanda di immobili.
E, come sicuramente saprai, il prezzo è determinato dall’incontro tra domanda e offerta: se il numero di case in vendita resta stabile ma aumentano le richieste, inevitabilmente i prezzi torneranno a salire.
Ma non solo: per dare impulso al settore l’ideale sarebbe intervenire con la riduzione e il riordino della tassazione specifica sulla casa e con un piano nazionale che metta al centro l’immobiliare.
Un’altra spinta ai valori potrebbe arrivare da investimenti sulle riqualificazioni degli edifici: rendere più efficienti le case già esistenti sarebbe sicuramente d’aiuto per valorizzare il patrimonio immobiliare presente sul territorio nazionale .
Per il momento c’è da aspettarsi che i prezzi delle case restino stabili, situazione che rende particolarmente conveniente comprare un immobile nei prossimi mesi, magari approfittando delle condizioni favorevoli dei tassi sui mutui.
Questo rappresenta un ottimo stimolo per chi desidera acquistare la sua prima casa o investire in una seconda proprietà da mettere a reddito.
Pisa è un buon contesto in cui vivere, ma anche un luogo strategico per chi vuole generare reddito puntando sulla locazione, vista la presenza di numerosi studenti universitari fuori sede e turisti.
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